Grands Jours de Bourgogne

19/03/2018

Il mese scorso siamo andati in Borgogna per una manifestazione riservata ad una stretta cerchia di operatori del settore, giornalisti, importatori ed enotecari (che in francese si chiamano con il più “romantico” termine Cavist).

 

La manifestazione si svolge ogni 2 anni e dura 5 giorni, con eventi dislocati tra i 200 km della Borgogna da Chalon a sud fino a Chablis a nord. Quest’anno ci siamo concentrati sulla Cote de Nuit, vero cuore dei vini rossi di Borgogna.

Abbiamo cominciato le degustazioni partecipando ad una masterclass sui vini di Corton organizzata da Luis Latour, uno dei prioncipali negotiant di Borgogna ma anche proprietario di diverse vigne tra cui le parcelle migliori di Corton. Buoni i rossi, molto buoni i bianchi, i Corton Charlemagne. Molto belle le cantine storiche, scavate su 3 livelli nel tufo. Stupisce la strato di muffa sulle pareti e le bottiglie, e le ragnatele sui soffitti che si guardano bene dal togliere perché aiutano a mantenere il livello di umidità. Da noi farebbero chiudere, ma in Francia i regolamenti sono diversi e le cantine ricoperte da muffa sono molto comuni.

 

Nel pomeriggio siamo andati alla degustazione Salon dec Jeaune Talent dove si possono scoprire e degustare tutte le diverse denominazioni, molte sconosciute in Italia. Tra queste il livello qualitativo varia molto, con vini anche molto interessanti come un Gamay chimato Saint-Amour e un Poully Fuisse di Kerlann . Occorre dire che abbiamo assaggiato anche molti vini mediocri.

 

La sera abbiamo cenato al Relais Chateau Levernois, bellissimo posto appena fuori Beaune in un parco molto curato. Nonostante le pretese da gran ristorante Gourmet il servizio non era all’altezza, i piatti sono tutti ben fatti ma privi di acuti.

Da segnalare il carrello di formaggi (solo di capra ce ne saranno una trentina diversi) e l’ottima carta dei vini. Si ricorda che in Borgogna tutti i vini più ricercati, e quindi “speculativi” come ad esempio Coche Dury o Rousseau, li si può trovare al ristorante ad un prezzo molto più basso che in un negozio. Abbiamo bevuto un ottimo Meusault Charron 2014 di Boisson Vadot, astro nascente e già introvabile di Meursault, un ancora chiuso Chambolle Musigny 2012 di Roumier, e un buonissimo Vosne Romanee 2011 di Liger Belair, vino che univa gran ricchezza ed eleganza.

 

Il sabato mattina la degustazione che valeva il viaggio: Vosne Romanee e Echezeaux Flagey nelle splendida cornice del castello di Clos de Vougeot. Qui abbiamo assaggiato i vini del 2016 di molti tra i produttori più ricercati al mondo come Perrot Minot (Vosne Romanee Beaux Monts su tutti), Anne Gros (Richebourg notevole), Liger Belair (non sbaglia più un vino, tutti ottimi), Mongeard Mugneret (una conferma di qualità senza picchi), Jacques Prieur (ottimo il Clos Vougeot), Cecile Tremblays (fantastico l’Echezeaux) , Bizot (infinito il Vosne Romanee Les Jachees), Lamarche (ci ha colpito il Vosne Romanee Aux Malconsorts) ecc.

Ogni produttore ha a disposizione una barrique dove far assaggiare i propri vini, non solo i village ma anche i Grand Cru, spesso prodotti in poche centinaia di bottiglie. Molto diverso dall’Italia dove spesso i migliori produttori non fanno assaggiare i propri vini più cari.

Oltre ai nomi famosi ci sono stati altri assaggi che ci hanno impressionato e che forse troverete in futuro tra la nostra selezione, per il momento non diamo nomi…

 

 Nella stessa giornata siamo stati alla la degustazione di Chambolle/Morey St.Denis (su tutti Clos de Tart, Ponsot, Felettig e Hubert Lignier) e infine quella di Gevrey (da menzionare Trapet, Faiveley, e ancora Perrot Minot). La maggior parte dei vini era dell’annata 2016 in uscita questo periodo.

Annata difficile, penalizzata da una grossa gelata a fine aprile che ha ridotto la produzione di circa il 40%. L’estate è stata calda e con piogge dimezzate rispetto alla media stagionale. Piogge a metà settembre hanno favorito la piena maturazione delle uve.  Chi ha saputo gestire queste difficoltà, in particolare la selezione naturale dovuta alla gelata, ha prodotto uve ricche e sane. La qualità dei vini è molto buona, forse non troppo corposi, ma fini e sofisticati, in particolare a Vosne Romanee e zone limitrofe.

 

Appuntamento fra due anni: abbiamo già confermato!!