VinExpo 2017

21/09/2017

Arriviamo domenica pomeriggio e ne approfittiamo per andare a fare un giro tra i vigneti del Medoc. Le distanze non sono brevi, e dirigendosi a nord da Bordeaux occorre lasciarsi diversi chilometri alle spalle prima di vedere i primi vigneti.

Dopo poco si arriva a Margaux con in vista, sulla strada principale, il bellissimo (e buonissimo) Chateau Palmer. Deviando a destra in 2 minuti si puó ammirare Chateau Margaux.

Proseguiamo verso nord e raggiungiamo St. Julien, denominazione senza Premier Grand Cru Classe ma attaccata a Pauillac e con diversi Chateau di primissimo livello come Leoville Las Cases (che confina a nord con Latour) e Leoville Baron.

Entrando a Pauillac subito a destra si vede Chateau Latour, seguito da Pichon Lalande e, dall'altro lato della strada Chateau Pichon Baron, forse l'edificio piú bello con le sue torrette e valorizzato dallo specchio d'acqua nel giardino antistante. Qui i vigneti si susseguono senza sosta e sono perfettamente ordinati. Il terreno molto pianeggiante non ne enfatizza la bellezza come in aree più collinari, come la Borgogna o la Toscana.

Il paese di Pauillac, il piú importante della zona grazie al porto fluviale, purtroppo non è all'altezza dei vini da cui è circondato.

Proseguiamo verso St. Estephe dove, arrivati a Cos d'Estournel, insieme a Montrose il punto di riferimento dell'Appellation, torniamo indietro riattraversando i vigneti di innumerevoli Vigneron, non tutti conosciuti in Italia.

La sera partecipiamo ad un Garden Party organizzato da un importante Negociant di Bordeaux.
I Negociants sono circa 400 di cui una quarantina molto grandi. Insieme formano "la place de Bordeaux", responsabile della vendita della maggior parte della produzione regionale e quasi tutta quella dei Grands Crus Classe, i migliori 60 vini classificati già nel 1855.

L'appuntamento di VinExpo infatti si divide tra la fiera e i Party serali dove si assaggiano grandi vini (con la tradizione di utilizzare grandi formati da 3 o 6 litri) e si incontrano i produttori piú che all'interno dei padiglioni espositivi.
Assaggiamo al party moltissimi vini, tra questi i migliori (tutti in Jeroboam) Cos d'Estournel 2000 (di cui conosciamo il direttore che ci invita a visitare la cantina) Leoville Las Cases 2003, la Fleur de Gay 1995 e Branaire Ducru 1988.

Il mattino dopo siamo in Fiera per alcuni appuntamenti. Qui è molto diverso da Vinitaly, la fiera èmolto piú piccola come spazi, ben organizzata, poca confusione e molta meno gente. Pochi sono i produttori importanti che hanno lo stand, qui si va per incontrare i Negociants che hanno le maggiori allocazioni dagli Chateau piú importanti.
La maggior parte viene da questi comprata En Primeur, due anni prima dell'uscita della bottiglia sul mercato, e rivenduta parte subito en primeur e parte negli anni successivi all'uscita sul mercato.

Agli stand si assaggia poco ma si discute piú di Business e prezzi. All'interno della fiera ci sono spazi appositi per assaggiare i grandi vini del territorio, partecipiamo quindi alla interessantissima degustazione dell'Union des Grands Crus de Bordeaux dove si possono assaggiare una cinquantina tra i migliori 100 vini di Bordeaux (incluso vini di Pomerol e St.Emilion della riva destra della Gironda).

Si assaggia per tutti la prova di botte (campioni prelevati dalla barrique dove sta maturando il vino) del 2016, vini da giudicare in prospettiva e non solo da quello che esprimono al momento. L'annata  è ottima, tutti i vini sono ricchi di struttura, aromi, acidità e tannino. Ne assaggiamo la maggior parte, una menzione particolare la diamo a Cantenac Brown, LynchBages, Pichon Baron, Angludet, un po' meno interessanti  i vini della riva destra che sembravano più pronti e maturi.

La sera partecipiamo ad un grande evento presso Domaine de Chevalier, uno dei produttori più importanti dell'appellation Pessac-Leognan (quella di Haut Brion) a sud di Bordeaux.

Partecipano all'evento numerosi produttori di altre regioni come Zind Humbrecht, Pol Roger, Faiveley, Olivier Leflaive. Ospite d'onore Angelo Gaja. Si assaggiano tutti i produttori partecipanti. Quello che ci ha colpito di piú é Domaine de Chevalier blanc 1997, un nettare di grande spessore e ancora freschissimo.

Il secondo giorno in fiera, oltre ad incontrare altri 3 Negociants, ci dedichiamo all'assaggio di vini di altre nazioni: Germania, Australia e Cina. In particolare incontriamo da Penfolds uno dei pochi australiani che parla italiano (con accento genovese!) e ci illumina su gran parte della produzione.
Oltre ai famosi Shiraz mi stupiscono i bianchi, un Riesling molto interessante e soprattutto lo Chardonnay Yattarma che può competere con un Puligny o un grande Chardonnay californiano.

Anche i vini cinesi assaggiati, che ci hanno descritto come tra i migliori della nazione e con prezzi intorno ai 50€, sono ben fatti ma dubitiamo che possano trovare spazio al di fuori dell'Asia.

A metà pomeriggio lasciamo la fiera per andare a St.Emilion a circa 1 ora di strada. Oltre a dare grandissimi vini come Cheval Blanc e Angelus, il paese di st Emilion é un vero gioiello. Le sue stradine pedonali e le sue piazzette sono un tuffo in un'epoca passata e i turisti abbondano tra le innumerevoli enoteche.

La sera siamo ospiti da Chateau de Ferrand, bellissima proprietà di 32 ettari a 5 minuti dal centro. Lo Chateau è da alcuni anni stato "promosso" a grand Cru classe di St Emilion, la denominazione che racchiude i migliori 80 produttori della zona. La cantina nuova è stata ultimata da poco ed è dotata di una grande sala degustazione che da sui vigneti da una parte e sulla barricaia dall'altra.
Durante l'ottima cena assaggiamo le annate 2014, 2013, 2012 e 2009 di questo blend di 70%  merlot e 30 cabernet franc.

Il mattino dopo torniamo soddisfatti e ottimisti